Sommario
- 1 Smart working, il lavoro agile che segna un punto di non ritorno
- 2 Proroga dello smart working, approvato all’unanimità dalle commissioni al Senato
- 3 Smart working: la proroga fino al 30 giugno 2023, ma non per tutti
- 4 Dal congedo parentale ai nuovi Bonus: cosa cambia per il lavoro nel 2023
- 5 Lavoratori fragili: chi sono e quali sono le loro patologie
- 6 Le categorie di lavoratori fragili
- 7 Le tutele per i lavoratori fragili
- 8 Conclusione
Smart working, il lavoro agile che segna un punto di non ritorno
Ottime notizie per i lavoratori: sono state trovate nuove risorse per lo smart working. La modalità di lavoro da casa, introdotta per agevolare la conciliazione dei tempi di vita e lavoro e incrementare la competitività, sta dimostrando numerosi vantaggi, come maggiore produttività, miglioramento delle performance, migliore organizzazione del lavoro, un più sano equilibrio tra vita lavorativa e personale e un evidente risparmio in termini ambientali. Anche se i consumi aumentano a casa, il lavoro da remoto comporta comunque una riduzione degli spostamenti e dei consumi in ufficio.
Smart working o lavoro agile non significa una diversa tipologia di rapporto di lavoro, ma una particolare modalità di esecuzione della prestazione di lavoro subordinato.
Proroga dello smart working, approvato all’unanimità dalle commissioni al Senato
A fronte di questa nuova modalità di lavoro, che segna un punto di non ritorno verso un approccio più orientato ai risultati che non alle “ore passate in ufficio”, è stato approvato all’unanimità dalle commissioni Bilancio e Affari costituzionali al Senato un emendamento al decreto Milleproproghe a prima firma del senatore dem Antonio Nicita, che prevede la proroga dello smart working. Le coperture finanziarie ammontano a 16 milioni di euro e le novità entreranno in vigore a fine febbraio con la pubblicazione in Gazzetta ufficiale del decreto Milleproroghe.
Il ministro per la Pubblica amministrazione, Paolo Zangrillo, ha dichiarato: “Con l’emendamento al Milleproroghe confermiamo l’attenzione del Governo per i lavoratori fragili, investendo risorse per la tutela e la salvaguardia di quelle categorie di dipendenti del comparto pubblico a cui dobbiamo prestare maggiore attenzione”.
Smart working: la proroga fino al 30 giugno 2023, ma non per tutti
Il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali e il Governo mantengono le promesse sulla proroga fino al 30 giugno 2023 per i lavoratori fragili, sia del settore pubblico che di quello privato. Tuttavia, la proroga non riguarda tutti, ma solo alcune categorie, come i genitori lavoratori del settore privato con figli di età inferiore ai 14 anni, a patto che questa modalità sia compatibile con la prestazione lavorativa. La quantità di lavoro che può essere destinata allo smart working è rimessa alla contrattazione privata.
Anche i lavoratori fragili, sia del settore pubblico che privato, hanno diritto alla proroga dello smart working. Tuttavia, i dipendenti pubblici non hanno diritto a richiedere e ottenere il lavoro da remoto se hanno figli under 14, ma solo se sono lavoratori fragili. Il ministro della Pubblica Amministrazione, Paolo Zangrillo, ha commentato: “Anche in questa occasione abbiamo dimostrato di non creare distinguo tra lavoratori pubblici e lavoratori privati”.
Dal congedo parentale ai nuovi Bonus: cosa cambia per il lavoro nel 2023
Oltre alla proroga dello smart working, ci sono altre novità per il lavoro nel 2023. Ad esempio, il congedo parentale potrebbe subire delle modifiche, così come i nuovi bonus previsti dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali. Per rimanere sempre aggiornati sulle ultime novità in materia di lavoro, è consigliabile tenere d’occhio il sito ufficiale del Ministero e i media specializzati in questo settore.
Lavoratori fragili: chi sono e quali sono le loro patologie
In tema di lavoratore fragile, esiste ancora molta confusione. Chi sono esattamente questi lavoratori e quali patologie rientrano nella loro categoria? Un lavoratore viene considerato fragile se presenta delle patologie pre-esistenti che potrebbero causare conseguenze gravi in caso di infezione da Covid-19. Si tratta di una condizione temporanea correlata all’emergenza sanitaria. Un lavoratore può essere considerato fragile se:
- è affetto da immunodepressione, tumore o disabilità gravi (art. 26 del Decreto Cura Italia)
- soffre di patologie diverse da quelle sopra elencate, che possono influire sulla prognosi in caso di infezione da Coronavirus.
Le categorie di lavoratori fragili
Le categorie di lavoratori fragili che possono ancora usufruire delle tutele previste, anche dopo la fine dello stato di emergenza, sono state indicate dal Ministero della Salute nel decreto del 4 febbraio 2022. Queste categorie sono:
Indipendentemente dalla vaccinazione contro il Covid-19
- pazienti con una compromissione grave della risposta immunitaria a causa di:
- trapianto di organo solido in terapia immunosoppressiva
- trapianto di cellule staminali ematopoietiche entro due anni dal trapianto o in terapia immunosoppressiva per la malattia del trapianto contro l’ospite cronica
- attesa di trapianto d’organo
- terapie a base di cellule T esprimenti un Recettore Chimerico Antigenico (cellule CAR-T)
- patologia oncologica o onco-ematologica in trattamento con farmaci immunosoppressivi, mielosoppressivi o a meno di sei mesi dalla sospensione delle cure
- immunodeficienze primitive (come per esempio sindrome di DiGeorge, sindrome di Wiskott-Aldrich, immunodeficienza comune variabile etc.)
- immunodeficienze secondarie a trattamento farmacologico (per esempio terapia corticosteroidea ad alto dosaggio protratta nel tempo, farmaci immunosoppressori, farmaci biologici con impatto significativo sulla funzionalità del sistema immunitario)
- dialisi e insufficienza renale cronica grave; pregressa splenectomia
- sindrome da immunodeficienza acquisita (AIDS) con conta dei linfociti T CD4+ < 200cellule/µl o sulla base di giudizio clinico
Con almeno tre delle seguenti condizioni patologiche
- cardiopatia ischemica
- fibrillazione atriale
- scompenso cardiaco
- ictus
- diabete mellito
- bronco-pneumopatia ostruttiva cronica
- epatite cronica
- obesità
Con diritto all’esenzione alla vaccinazione da Covid-19 per motivi sanitari e almeno una delle seguenti condizioni
- età superiore a 60 anni
- una delle seguenti patologie certificate dal medico di medicina generale del lavoratore:
- Fibrosi polmonare idiopatica
- Malattie respiratorie che necessitano di ossigenoterapia
- Scompenso cardiaco in classe avanzata (III – IV NYHA)
- Pazienti post-shock cardiogeno
- Sclerosi multipla
- Distrofia muscolare
- Paralisi cerebrali infantili
- Miastenia gravis
- Patologie neurologiche disimmuni
- Diabete di tipo 1
- Diabete di tipo 2 in terapia con almeno 2 farmaci per il diabete o con complicanze
- Morbo di Addison
- Panipopituitarismo
- Cirrosi epatica
- Evento ischemico-emorragico cerebrale con compromissione dell’autonomia neurologica e cognitiva
- Stroke nel 2020-21
- Stroke antecedente al 2020 con ranking ≥ 3
- Patologie infiammatorie croniche intestinale (morbo di Crohn, rettocolite ulcerosa in fase attiva, fistole o ascessi, chirurgia intestinale negli ultimi 6 mesi)
- Patologie renali croniche in stadio avanzato (con classe di rischio 4-5 secondo la classificazione K/DOQI o in dialisi o pre-dialisi o con trapianto di rene negli ultimi 12 mesi)
- Malattie epatiche croniche in fase avanzata (cirrosi epatica con disfunzione di organo, epatopatie croniche attive, insufficienza epatica)
- Malattie oncologiche in corso di trattamento o concluse da meno di 12 mesi (inclusi i tumori del sangue e del sistema nervoso centrale e periferico)
- Sindrome da down
- Sindrome di Turner
- Sindrome di Klinefelter
- Patologie rare con compromissione della risposta immunitaria
Questi sono solo alcuni esempi delle patologie che possono rendere un lavoratore fragile. Per una lista completa, si consiglia di consultare il sito web del Ministero della Salute o di rivolgersi al proprio medico di base o specialista.
Le tutele per i lavoratori fragili
Per proteggere i lavoratori fragili durante la pandemia di Covid-19, sono state introdotte diverse tutele. Queste includono la possibilità di svolgere attività lavorativa in modalità smart working o di fruire di aspettative retribuite. Inoltre, per i lavoratori che non possono essere adibiti a queste forme di lavoro, è prevista la sospensione dal lavoro con aspettativa retribuita, fino a quando non sarà possibile riprendere l’attività lavorativa in sicurezza.
In ogni caso, la decisione sull’adozione di queste misure spetta al medico competente, che valuterà la situazione individuale del lavoratore e del suo ambiente lavorativo, per garantire la massima tutela della sua salute e della sua sicurezza.
Conclusione
In definitiva, la proroga dello smart working è una buona notizia per i lavoratori, che potranno continuare a lavorare da remoto fino al 30 giugno 2023. Tuttavia, la proroga non riguarda tutti, ma solo alcune categorie di lavoratori, come i genitori con figli under 14 e i lavoratori fragili. Inoltre, sono previste altre novità per il lavoro nel 2023, come ad esempio il congedo parentale e i nuovi bonus previsti dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali.