Scopri chi potrà beneficiare del maxi assegno e degli aumenti pensioni a marzo 2023, ma non per tutti. Tutto ciò che devi sapere sulla rivalutazione delle pensioni e le regole per gli esclusi.

Come calcolare il Maxi Assegno

L’Inps, attraverso una circolare, ha precisato che a partire da marzo 2023 verrà erogato l’importo pensionistico per chi ha un reddito superiore a 2.101,52 euro, ovvero quattro volte il minimo. Si tratta di un maxi assegno, ma solo per alcuni: chi ha infatti un reddito fino a quattro volte il minimo ha già ricevuto l’assegno maggiorato del 7,3% da gennaio.

  • 85% per le pensioni pari o inferiori a 5 volte il minimo tra 2.101,52 e 2.625 euro
  • 53% per le pensioni pari o inferiori a 6 volte il minimo tra 2.626 e 3.152 euro
  • 47% per le pensioni pari o inferiori a 8 volte il minimo tra 3.153 e 4.203 euro
  • 37% per le pensioni pari o inferiori a 10 volte il minimo tra 4.204 e 5.253 euro
  • 32% per le pensioni superiori a 10 volte il minimo oltre 5.254 euro

Regole per la rivalutazione e gli esclusi

La rivalutazione dell’assegno pensionistico avverrà in base al reddito e al livello dell’inflazione. La percentuale di rivalutazione diminuisce all’aumentare dell’importo della pensione e chi ha un reddito pensionistico superiore a dieci volte il minimo (5.253,81 euro al mese) avrà solo il 32% di rivalutazione. Ma non tutti potranno beneficiare dell’aumento: le regole dell’Inps escludono alcuni gruppi di persone.

Per la determinazione dell’importo complessivo da prendere a base della perequazione, vengono considerate le prestazioni memorizzate nel Casellario centrale delle pensioni, erogate da enti diversi dall’Inps e per le quali è indicata l’assoggettabilità al regime della perequazione cumulata, e le prestazioni erogate dall’Inps, a esclusione delle prestazioni a carico delle assicurazioni facoltative (VOBIS, IOBIS, VMP, IMP), pensioni a carico del Fondo clero ed ex ENPAO (CL, VOST), indennizzo per la cessazione dell’attività commerciale (INDCOM), che vengono perequate singolarmente.

Sono escluse da questa perequazione anche le prestazioni a carattere assistenziale (AS, PS, INVCIV) e pensioni che usufruiscono dei benefici previsti per le vittime di atti di terrorismo e delle stragi di tale matrice, di cui alla legge 3 agosto 2004, n. 206, che vengono rivalutate singolarmente e con criteri propri. Sono infine escluse dalla perequazione le prestazioni di accompagnamento a pensione come l’Ape social, che non vengono rivalutate per tutta la loro durata. L’Inps ricorda che la percentuale di variazione per il calcolo della perequazione delle pensioni per l’anno 2022 è determinata in misura pari a +7,3% dal 1ø gennaio 2023, «salvo conguaglio da effettuarsi in sede di perequazione per l’anno successivo».

In ogni caso, coloro che non beneficeranno degli aumenti potranno comunque fare domanda per l’assegno sociale, un sostegno per coloro che non hanno abbastanza reddito per vivere, e che sarà rivalutato in base all’inflazione.

Come fare domanda e quali documenti servono

Per fare domanda di pensione di vecchiaia, è possibile utilizzare i servizi telematici dell’INPS tramite SPID, CIE o CNS, oppure chiamando il call center dell’INPS. È inoltre possibile rivolgersi agli enti di patronato.

I documenti da allegare alla domanda di pensionamento sono: copia del documento d’identità del richiedente, autocertificazione attestante la residenza effettiva ed abituale in Italia, autocertificazione dello stato civile con precisa indicazione della data di matrimonio in caso di stato civile coniugato, eventuale copia del provvedimento giudiziale di separazione o divorzio.

Cosa cambia per le donne

Il governo sta prendendo in considerazione l’idea di concedere alle donne quattro mesi di anticipo per ogni figlio per andare in pensione. Questo sconto sull’età di accesso varrebbe su tutte le forme pensionistiche, sia di vecchiaia che anticipate, e si applicherebbe anche alle donne che hanno già presentato la domanda di pensione. Inoltre, si sta valutando l’opzione di prevedere un’uscita anticipata dal lavoro per le donne che abbiano almeno tre figli e abbiano maturato almeno 35 anni di contributi. Questa misura, se approvata, potrebbe entrare in vigore già nel 2023.

Si tratta di un provvedimento importante per le donne, che spesso hanno difficoltà a conciliare lavoro e famiglia e si trovano in una situazione di svantaggio rispetto agli uomini in termini di contributi versati. Grazie a questo sconto sull’età di accesso alla pensione, le donne potranno godere di una maggiore tutela e vedersi riconosciuto il valore del loro lavoro di cura e di sostegno alla famiglia.

Conclusioni

La pensione è un tema molto importante per molte persone, e gli aumenti e le nuove regole previsti per il 2023 sono sicuramente una buona notizia per tutti coloro che hanno maturato il diritto a una pensione. Tuttavia, è importante tenere presente che non tutti potranno beneficiare degli aumenti e che ci sono regole precise da rispettare per la rivalutazione dell’assegno pensionistico. In ogni caso, per chi non avesse diritto agli aumenti, è possibile fare domanda per l’assegno sociale, un sostegno per coloro che non hanno abbastanza reddito per vivere.

Infine, la proposta di sconto sull’età di accesso alla pensione per le donne con figli rappresenta un’importante misura di tutela per le lavoratrici e per le famiglie, e potrebbe rappresentare un passo avanti verso una maggiore equità di genere nel mondo del lavoro e nella società in generale.