Google perde 100 miliardi a causa di un errore commesso da Bard

Il colosso di Mountain View aveva molte aspettative riposte in Bard, l’IA conversazionale che doveva rispondere alla minaccia posta da ChatGPT. Tuttavia, il suo debutto è stato rovinato da un errore che ha costato 100 miliardi di dollari all’azienda.

Google aveva pubblicato il primo materiale pubblicitario di Bard basato sul modello linguistico LaMDA, mostrando esempi delle sue capacità e dei vantaggi che avrebbe portato nella vita quotidiana. Tuttavia, uno dei materiali condivisi conteneva un errore che non è passato inosservato.

Bard inciampa sugli esopianeti

In uno degli esempi mostrati da Google, Bard veniva chiesto di raccontare dei successi del James Webb Space Telescope a un bambino di nove anni. La risposta fornita riguardava la prima foto della storia di un esopianeta scattata dal telescopio. Purtroppo, questa informazione era errata e l’errore non è sfuggito alla comunità di studiosi e appassionati dello Spazio, che l’hanno segnalato sui social network.

Google Fail

Questo errore dimostra l’importanza di verificare le informazioni prima di condividerle e di controllare il materiale pubblicitario per evitare strafalcioni che possono costare molto caro all’immagine e alle finanze dell’azienda. In questo caso, l’errore è costato a Google 100 miliardi di dollari.

Crolla il titolo in borsa: Alphabet perde il 7%!

La vicenda che ha visto coinvolta Google ha destato molte preoccupazioni nell’ambito dell’intelligenza artificiale e della condivisione di informazioni online. Il chatbot di Google, Bard, è stato al centro di un errore che ha portato la perdita di quasi 100 miliardi di dollari per il colosso di Mountain View, con un calo del 7% delle azioni in poche ore. Questo episodio solleva importanti questioni sulla veridicità delle informazioni che vengono condivise da questi strumenti e sulle possibili conseguenze che potrebbero derivare dalla diffusione di notizie inesatte o fuorvianti.

Google e la sfida della verifica delle informazioni

In un momento in cui l’intelligenza artificiale sta rapidamente evolvendo e crescendo, diventa sempre più importante che le aziende che la sviluppano siano in grado di garantire la veridicità delle informazioni condivise da questi strumenti. Tuttavia, se Google non è in grado di assicurare la veridicità delle informazioni condivise da Bard in questa fase, ci si chiede cosa accadrà quando l’IA sarà messa a disposizione del pubblico senza alcun filtro.

Il rischio è che chatbot come Bard diventino strumenti per diffondere disinformazione, in particolare su temi delicati come la medicina, i vaccini e il riscaldamento globale. Questo rappresenta una grande preoccupazione per le istituzioni di tutto il mondo, sempre più impazienti nei confronti degli scivoloni dei colossi del tech.

Google in difesa

In questo caso, è Google a dover difendere la sua reputazione e dimostrare ai suoi investitori che è perfettamente in grado di proteggere il suo motore di ricerca dall’avanzata di strumenti come ChatGPT di Open AI. Tuttavia, l’errore commesso da Bard ha portato alla perdita di quasi 100 miliardi di dollari e alla caduta del 7% delle azioni in poche ore, un duro colpo per la compagnia.

La lezione da imparare

L’episodio evidenzia la necessità di prestare maggiore attenzione alle informazioni contenute nei materiali pubblicitari e di verificare sempre la loro veridicità. Sarebbe bastata una semplice ricerca su Google per evitare questo disastro. La sfida che le aziende devono affrontare ora è quella di sviluppare sistemi di verifica delle informazioni affidabili e all’avanguardia, che possano proteggere sia la loro reputazione che i loro investitori. Questo include l’adozione di tecnologie di verifica delle fonti e la collaborazione con esperti del settore per garantire la correttezza delle informazioni condivise.

Inoltre, è importante che le aziende sviluppino e promuovano una cultura della responsabilità, incoraggiando i loro dipendenti a fare il possibile per evitare errori e assicurare la corretta condivisione delle informazioni. Ciò significa anche che le aziende devono essere trasparenti riguardo agli errori che commettono e cercare di correggerli in modo rapido e responsabile.

Conclusione

In conclusione, l’errore commesso da Bard dimostra la necessità di prestare maggiore attenzione alla veridicità delle informazioni condivise da chatbot e sistemi di intelligenza artificiale. Le aziende devono affrontare questa sfida con una maggiore responsabilità e trasparenza, adottando tecnologie avanzate per garantire che le informazioni condivise siano corrette e affidabili.