Sommario
Lo Smart Working dei frontalieri: una questione politica
La questione dello Smart Working dei frontalieri sta diventando un campo di scontro politico tra la Svizzera e l’Italia. Se da un lato c’è la corsa contro il tempo per stipulare nuovi accordi amichevoli, dall’altro la Lega dei Ticinesi, da sempre contraria alla presenza di frontalieri italiani, ha presentato una mozione al Consiglio Federale per chiedere di non sottoscrivere alcun accordo con l’Italia.
La posizione della Lega Ticinese
Secondo la mozione presentata da Quadri al Consiglio Federale, “i frontalieri che possono usufruire dell’home office non sono quelli attivi nell’ambito delle cure (ospedali, case per anziani), e nemmeno quelli sui cantieri o nelle fabbriche. Sono invece quelli che lavorano in ufficio, e la cui presenza – sempre più sproporzionata – nuoce al mercato del lavoro locale. Un’ulteriore agevolazione di questa categoria tramite il telelavoro sarebbe totalmente sbagliata. Non è nemmeno vero che gioverebbe alla viabilità. Chi desidera dei collaboratori da mandare in home office, non ha che da assumere residenti”.
La richiesta dell’Associazione dei comuni italiani della fascia di confine
Sul fronte italiano, l’Associazione dei comuni italiani della fascia di confine ha scritto a Roma chiedendo la sottoscrizione con la Svizzera di un accordo che permetta il telelavoro dei frontalieri fino ad una percentuale lavorativa del 40% come nel modello francese. Tuttavia, secondo il deputato della Lega, il Consiglio Federale non dovrebbe nemmeno discutere la sottoscrizione di un accordo con l’Italia sul telelavoro. In quanto la situazione ticinese è “un unicum” in Svizzera e non va paragonata con altre regioni.
Il punto di vista della Lega Ticinese
Secondo la Lega, sarebbe del tutto sbagliato da parte del Consiglio federale incoraggiare delle gravi distorsioni che vanno invece corrette. La questione dei frontalieri in Svizzera è delicata, e molte persone si chiedono quanto guadagnano lavorando in Svizzera, quale sia lo stipendio corrispettivo e come funziona il sistema fiscale. Inoltre, il telelavoro dei frontalieri potrebbe avere conseguenze significative sul mercato del lavoro locale, aumentando la competizione per le posizioni lavorative.
Conclusioni
In conclusione, la questione dello Smart Working dei frontalieri in Svizzera continua a essere un argomento delicato e controverso. La Lega ticinese ha presentato una mozione al Consiglio Federale per chiedere di non sottoscrivere accordi con l’Italia in materia di telelavoro per i frontalieri, mentre sul fronte italiano l’Associazione dei comuni italiani della fascia di confine sta cercando di stipulare un accordo che permetta il telelavoro fino al 40%. Tuttavia, la posizione della Lega Ticinese è ferma: i frontalieri non dovrebbero avere alcuna agevolazione tramite il telelavoro, in quanto ciò nuocerebbe al mercato del lavoro locale.
È importante ricordare che la questione dei frontalieri in Svizzera è complessa e che molte persone cercano informazioni sui guadagni, lo stipendio corrispettivo e il regime senza doppia imposizione!“.
In conclusione, è importante tenere presente le posizioni contrastanti sulla questione del telelavoro per i frontalieri e monitorare gli sviluppi futuri per comprendere quali saranno le possibili soluzioni a disposizione.