Sommario
- 1 Ecco come la pandemia ha colpito la salute dei giovani: i risultati dello studio internazionale
- 1.1 Lo studio internazionale sulle condizioni di salute dei giovani
- 1.2 I risultati dello studio: cosa dicono i dati
- 1.3 Le aree indagate dallo studio internazionale sulle condizioni di salute dei giovani
- 1.4 L’effetto della pandemia sui rapporti familiari e il rendimento scolastico
- 1.5 Benessere e preoccupazioni dei giovani italiani in età scolare
- 1.6 Le conclusioni dello studio
Ecco come la pandemia ha colpito la salute dei giovani: i risultati dello studio internazionale
L’inquinamento dell’informazione sul benessere psicologico degli adolescenti può essere misurato dallo scarto tra il ciclico clamore suscitato da notizie tendenziose che lo danno per gravemente compromesso e la sporadica diffusione di notizie che riportano dati istituzionali inseriti in una serie storica.
Nei tre anni di pandemia abbiamo assistito a un’abietta gara tra esperti mediatici e rappresentanti di enti e istituzioni sulle percentuali più strampalate attestanti lo stato di malattia di “questi giovani d’oggi” senza che si premurassero di dichiarare i propri scopi né, casomai, di inserire quelle percentuali in uno specifico contesto. La salute mentale dei giovani è divenuta uno slogan per promuovere iniziative, corsi, prodotti, progetti di ogni provenienza nelle scuole, campagne elettorali, insomma una costellazione di discutibili proposte per dare l’impressione che ci si stia occupando del problema, senza definirlo ma facendolo fruttare.
Le notizie accurate hanno rappresentato una minoranza e hanno contribuito a sensibilizzare tutta la popolazione sulla salute psicologica e sulla legittimità di chiedere aiuto in situazioni di difficoltà. L’effetto di questa sensibilizzazione, se pur attenuato, continua ed è una delle poche conseguenze positive della tragica pandemia di COVID-19. Tuttavia, hanno continuato a restare invisibili le condizioni psichiatriche dall’età evolutiva a quella adulta che richiedono cure di lunga durata, servizi e personale dedicati. Lo stigma in questo caso resta, così come le disuguaglianze nell’accesso alla diagnosi, alle cure e all’assistenza individuale e familiare.
In questo panorama, la fotografia dei comportamenti delle ragazze e dei ragazzi nel periodo post pandemia è passata quasi inosservata.
Lo studio internazionale sulle condizioni di salute dei giovani
Lo scorso 8 febbraio, l’Istituto Superiore di Sanità ha reso noti i dati italiani raccolti nel 2022 nell’ambito del progetto internazionale HBSC (Health Behaviour in School-aged Children). A partire dal 1982, tale progetto ha coinvolto sempre più paesi nord-occidentali fino ad arrivare a 50 Stati tra Europa e Nord America ed è svolto in collaborazione con l’Ufficio Regionale dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS). L’HBSC si basa su un protocollo comune per monitorare attraverso studi trasversali i comportamenti correlati alla salute nella popolazione preadolescente e adolescente. L’indagine è svolta ogni quattro anni su campioni di studenti e studentesse delle classi prima e terza secondaria di primo grado e di seconda della scuola secondaria di secondo grado che compilano i questionari a scuola in modo autonomo. Si tratta quindi di uno strumento che permette di studiare i comportamenti autoriferiti da ragazze e ragazzi, di individuare comportamenti a rischio e di indirizzare eventuali politiche di intervento.
L’Italia partecipa al progetto dal 2001 e quella appena pubblicata è la sesta indagine nazionale. In quest’ultima indagine, ai campioni di età di 11, 13 e 15 anni è stato aggiunto quello dei 17enni. Dal 2010 il campione è stato esteso a tutte le Regioni e Province Autonome, diventando rappresentativo della popolazione preadolescente e adolescente italiana. I dati epidemiologici che si ottengono possono essere confrontati oltre che nel tempo, a livello regionale, nazionale e internazionale.
I risultati dello studio: cosa dicono i dati
La raccolta dei dati HBSC-Italia 2022 si è svolta attraverso questionari online compilati nelle classi campionate nel periodo da febbraio a giugno del 2022. Le classi che hanno aderito sono state in totale 5.673 con un tasso di adesione nazionale dell’88,8% che varia dal 99,1% dell’Emilia al 46,6% della Valle d’Aosta, per un totale di 89.321 ragazze e ragazzi.
Le aree indagate hanno riguardato: Alimentazione e attività fisica; Alcol, fumo, gioco d’azzardo; Scuola, famiglia, rapporto tra pari; Bullismo e cyberbullismo; Uso dei social media; Salute e benessere; Impatto della pandemia da SARS-CoV-2.
I risultati dello studio confermano che la pandemia ha avuto un impatto significativo sulla salute dei giovani in età scolare in Italia. In particolare, si evidenzia un aumento dei problemi di salute mentale, come ansia, depressione e stress, e un aumento dell’isolamento sociale. Gli studenti hanno anche riferito di avere meno attività fisica, di dormire meno e di avere problemi di alimentazione. Ci sono anche state conseguenze negative sulla scuola, con un aumento dell’assenteismo e una riduzione della motivazione e dell’attenzione in classe.
Salute mentale
Riguardo alla salute mentale, i dati indicano che il 22,8% dei ragazzi e il 32,3% delle ragazze hanno riferito di avere sintomi ansiosi e depressivi, mentre il 16,4% dei ragazzi e il 25,4% delle ragazze hanno riferito di avere problemi di stress. Inoltre, circa un terzo degli studenti ha dichiarato di sentirsi solo e isolato, con un aumento del 50% rispetto all’ultima indagine del 2018. Questi risultati indicano la necessità di fornire sostegno psicologico e sociale ai giovani, soprattutto in un momento in cui l’isolamento sociale e la pressione sono aumentati a causa della pandemia.
Attività fisica, sonno e alimentazione
Circa il 45% degli studenti ha riferito di avere meno attività fisica rispetto al periodo pre-pandemia, mentre solo il 15% ha affermato di averne di più. Inoltre, il 44% degli studenti ha dichiarato di dormire meno rispetto al solito. Per quanto riguarda l’alimentazione, il 9,6% degli studenti ha dichiarato di aver mangiato di più durante la pandemia, mentre il 13,4% ha dichiarato di aver mangiato di meno. Questi risultati indicano la necessità di promuovere stili di vita sani tra i giovani, soprattutto in un momento in cui le restrizioni legate alla pandemia possono avere un impatto negativo sulla salute fisica.
L’indagine ha anche rivelato un impatto negativo sulla scuola, con un aumento dell’assenteismo e una riduzione della motivazione e dell’attenzione in classe. Inoltre, il 34,3% degli studenti ha dichiarato di avere problemi nel rapporto con i compagni di classe, mentre il 27,4% ha riferito di essere vittima di bullismo. L’uso dei social media è stato anche un fattore di rischio, con il 21,5% degli studenti che ha dichiarato di essere stato vittima di cyberbullismo. Questi risultati sottolineano la necessità di prevenire e contrastare il bullismo e il cyberbullismo, promuovendo una cultura della gentilezza e del rispetto tra i giovani.
Le aree indagate dallo studio internazionale sulle condizioni di salute dei giovani
Lo studio internazionale sulle condizioni di salute dei giovani ha esaminato diverse aree, tra cui l’alimentazione e l’attività fisica, l’abuso di sostanze come alcol e fumo, il gioco d’azzardo, la scuola, la famiglia e i rapporti tra pari, il bullismo e il cyberbullismo, l’uso dei social media, la salute e il benessere e l’impatto della pandemia da SARS-CoV-2. Alcune di queste aree verranno approfondite nel presente articolo, mentre per ulteriori dati ci si riferirà al rapporto completo.
Peso corporeo
Secondo lo studio, la percentuale di ragazzi che si dichiara sottopeso è stabile rispetto agli anni precedenti, mentre l’eccesso ponderale, che include sia sovrappeso che obesità, è aumentato in tutte le fasce d’età e per entrambi i generi. Le regioni con la quota più elevata di eccesso ponderale sono la Campania, il Molise, la Sicilia e la Puglia. È importante notare che questo fenomeno non è legato solo all’uso dei dispositivi ma anche alla limitata attività fisica quotidiana. Pertanto, la promozione dell’attività fisica in spazi pubblici accessibili dovrebbe essere una priorità per la salute pubblica.
Sedentarietà
Il rapporto definisce la sedentarietà come comportamenti come “guardare la TV o utilizzare il computer e dispositivi elettronici sia per giocare che per stare sui social networks”. È importante notare che questa definizione è piuttosto datata e non considera il tipo di interazione con i diversi dispositivi. In realtà, la limitata attività motoria quotidiana svolta da meno di 1 adolescente su 10 e settimanale svolta dalla metà delle ragazze e soprattutto dai ragazzi per tre volte a settimana, rappresenta un problema maggiore. Le ragazze di tutte le fasce d’età trascorrono più tempo sui social network e meno con i videogiochi, a differenza dei ragazzi che passano più tempo a videogiocare.
Secondo il rapporto, l’uso problematico dei social media è maggiormente riferito dalle ragazze in tutte le fasce d’età e rappresenta un fenomeno crescente rispetto agli anni precedenti. L’interpretazione di questi dati in termini di diagnosi clinica richiede molta cautela poiché l’autopercezione di uso problematico dello smartphone non corrisponde necessariamente a un maggiore uso effettivo. In altre parole, sebbene il questionario di autovalutazione permetta di intercettare la percezione soggettiva di utilizzo sano, problematico o dipendente, non riflette un uso oggettivo.
Bullismo e cyberbullismo
L’indagine ha rilevato che il bullismo e il cyberbullismo rappresentano ancora una realtà per molti ragazzi e ragazze. Il 14,9% degli intervistati ha dichiarato di essere stato vittima di bullismo e il 15% di cyberbullismo. Nonostante le differenze regionali siano poco significative, è emerso che il fenomeno del cyberbullismo sia aumentato rispetto al 2017/2018.
Cyberbullismo e la sua provenienza
Per quanto riguarda il cyberbullismo, non vi sono dati precisi che indicano la provenienza degli autori delle molestie: possono provenire dalla cerchia di amici o da persone sconosciute. Questo aspetto rende ancora più difficile prevenire e contrastare il fenomeno.
Abuso di alcol
L’abuso di alcol rappresenta un problema che coinvolge molti ragazzi e ragazze in età scolare. Secondo l’indagine, circa l’18% degli intervistati ha dichiarato di avere avuto almeno due esperienze di ubriachezza nella vita. È interessante notare come, rispetto alle indagini precedenti, l’abuso di alcol tende ad aumentare con l’età, raggiungendo il 16% dei ragazzi e il 21% delle ragazze nella fascia dei 15 anni.
Abuso di alcol e differenze regionali
Inoltre, l’abuso di alcol sembra essere maggiormente diffuso in alcune regioni italiane, come Piemonte, Valle d’Aosta, Lombardia, Emilia Romagna, Toscana, Abruzzo, Molise, Calabria, Sardegna e provincia autonoma di Bolzano.
Gioco d’azzardo
Secondo l’indagine, il numero di ragazzi che hanno scommesso o giocato del denaro almeno una volta nella vita è diminuito rispetto alle indagini precedenti. Nel 2020, solo il 47,2% dei ragazzi e il 21,5% delle ragazze hanno dichiarato di aver giocato d’azzardo almeno una volta
L’utilizzo dei social media è molto diffuso tra i ragazzi, in particolare tra le ragazze. La maggior parte degli intervistati ha dichiarato di utilizzarli quotidianamente, con percentuali in aumento rispetto all’ultima indagine. I social network più utilizzati sono WhatsApp (97,4%), seguito da Instagram (89,6%) e Facebook (68,9%). Il 36,9% dei ragazzi e il 44,7% delle ragazze ha riferito di aver ricevuto messaggi fastidiosi o minacce tramite i social network. In particolare, le ragazze sembrano più colpite da questo tipo di fenomeno rispetto ai ragazzi.
L’effetto della pandemia sui rapporti familiari e il rendimento scolastico
Il 54% delle ragazze e dei ragazzi ha riferito un impatto positivo della pandemia sui rapporti famigliari e il 42% sul rendimento scolastico. Tuttavia, al crescere dell’età, cresce l’impatto riferito sulla propria salute mentale, maggiormente per le ragazze rispetto ai ragazzi.
Benessere e preoccupazioni dei giovani italiani in età scolare
La fotografia che emerge dai dati HBSC mostra un buono stato di benessere globale riferito da ragazze e ragazzi. Tuttavia, gli adolescenti italiani sono spesso stressati dagli impegni scolastici e un adolescente su due ha dichiarato un impatto positivo della pandemia sui propri rapporti familiari e due su cinque sul rendimento scolastico. Pur dichiarando, sempre due adolescenti su cinque, che la propria salute mentale e la propria vita in generale ne abbiano risentito negativamente.
Le conclusioni dello studio
La maggiore coesione sociale e solidarietà vissuta durante il lockdown, la sensibilizzazione e la legittimazione riguardanti la possibilità di esprimere il disagio psicologico, il ritorno a scuola e alle attività senza adattamenti e spazi di ascolto hanno conferito i chiaroscuri alla fotografia di comportamenti emersa dall’indagine. I dati HBSC dimostrano che i ragazzi e le ragazze stanno bene, a meno che non vivano in condizioni di deprivazione e di svantaggio educativo, sociale ed economico. Sono questi i gruppi a cui dovremmo dirigere attenzione e azioni per ridurre i rischi di abbandono scolastico, isolamento, comportamenti lesivi e autolesivi e progressiva marginalizzazione accentuata dalla crisi economica e dalle spinte a una società che diventa sempre più differenziata.
In definitiva, le indagini come la HBSC sono di grande importanza per farci comprendere come i giovani stanno affrontando le sfide della pandemia e individuare le aree in cui si può intervenire per migliorare il loro benessere. È importante sottolineare come l’utilizzo dei dispositivi digitali non stia causando un declino cognitivo, ma al contrario i giovani stanno dimostrando una grande capacità di adattamento alle nuove situazioni.
Tuttavia, gli effetti della pandemia sulla salute mentale dei giovani sono una preoccupazione crescente e richiedono un’attenzione particolare. Come indicato dai dati HBSC, al crescere dell’età cresce anche l’impatto riferito sulla salute mentale, maggiormente per le ragazze rispetto ai ragazzi. È necessario quindi continuare a monitorare attentamente la situazione e adottare misure adeguate per prevenire eventuali problemi legati alla salute mentale.
Inoltre, è importante non dimenticare i gruppi più vulnerabili, come quelli che vivono in condizioni di deprivazione e svantaggio educativo, sociale ed economico. Sono questi i gruppi che corrono maggiori rischi di abbandono scolastico, isolamento e comportamenti lesivi. È necessario pertanto mettere in atto azioni mirate per garantire loro le stesse opportunità e i medesimi diritti degli altri giovani.
In conclusione, gli studi come la HBSC ci permettono di avere una visione più completa della situazione dei giovani italiani in età scolare durante la pandemia e di individuare le aree in cui si può intervenire per migliorare il loro benessere. È importante continuare a monitorare attentamente la situazione e adottare misure appropriate per prevenire eventuali problemi legati alla salute mentale dei giovani, in particolare quelli più vulnerabili.