Bonus Casa 2023: novità introdotte dal Decreto Legge n. 11
Il Decreto Legge n. 11 del 16 febbraio 2023 ha introdotto importanti novità per il Bonus Casa 2023. In particolare, non sarà più possibile usufruire della cessione del credito o dello sconto in fattura per i nuovi interventi edilizi, dalla ristrutturazione all’ecobonus fino al Superbonus.
La stretta non si applica ai lavori già avviati. L’obiettivo è quello di risolvere il nodo dei crediti, arrivati ormai a 110 miliardi, e mettere in sicurezza i conti pubblici.
Bonus Casa 2023: le conseguenze per le imprese e i cittadini
La decisione del Governo di bloccare la cessione del credito e lo sconto in fattura per i nuovi lavori connessi al Bonus Casa 2023 ha suscitato reazioni contrastanti. Da un lato, il divieto di acquistare crediti fiscali legati a lavori di ristrutturazione da parte di Comuni, Province e Regioni e tutti gli enti che rientrano nel cosiddetto “perimetro della Pa” rischia di far fallire migliaia di imprese e di interrompere i cantieri in corso. Dall’altro, il Governo ha spiegato che l’obiettivo è quello di mettere in sicurezza i conti pubblici e risolvere il nodo dei crediti, arrivati ormai a 110 miliardi.
Il divieto dell’utilizzo della cessione del credito e dello sconto in fattura per i nuovi lavori connessi ai bonus casa, approvato con il decreto legge n. 11 del 16 febbraio 2023, è stato oggetto di una serie di reazioni contrastanti da parte di diverse associazioni del settore edilizio.
Il ministro dell’economia Giancarlo Giorgetti ha giustificato la stretta sostenendo che l’obiettivo è quello di risolvere il problema dei crediti fiscali, arrivati ormai a 110 miliardi di euro, e “mettere in sicurezza i conti pubblici”. La norma prevede inoltre un divieto per Comuni, Province e Regioni e tutti gli enti che rientrano nel cosiddetto “perimetro della Pa” di acquistare crediti fiscali legati a lavori di ristrutturazione.
L’Associazione Nazionale Costruttori Edili (Ance) ha criticato duramente la decisione del governo, sottolineando che migliaia di imprese rischiano di rimanere senza liquidità e i cantieri si fermeranno del tutto con gravi conseguenze per le famiglie. La presidente Ance Federica Brancaccio ha spiegato che “è da ottobre che aspettiamo di capire come si pensa di risolvere una situazione che è diventata drammatica: non ci rendiamo conto delle conseguenze devastanti sul piano economico sociale di una decisione del genere”.
La decisione del governo non ha trovato il favore di molti esperti del settore che vedono nella cessione del credito e nello sconto in fattura due strumenti fondamentali per agevolare l’accesso al credito delle famiglie e sostenere il settore edilizio, fondamentale per la ripresa economica.
Inoltre, secondo alcuni osservatori, il divieto potrebbe avere un impatto negativo anche sulla capacità delle famiglie di affrontare i lavori di riqualificazione energetica degli edifici, come il Superbonus, con un’efficacia che potrebbe essere compromessa in assenza di tali strumenti di incentivazione.
Tuttavia, è importante sottolineare che la stretta riguarda solo i nuovi interventi edilizi, mentre i lavori già avviati potranno ancora usufruire dei benefici previsti dalla cessione del credito e dallo sconto in fattura.
In definitiva, la decisione del governo di bloccare la cessione del credito e lo sconto in fattura per i nuovi lavori connessi ai bonus casa ha suscitato reazioni contrastanti da parte di associazioni del settore edilizio ed esperti del settore. Resta da vedere quali saranno gli effetti concreti di questa scelta sulla ripresa economica e sull’accesso al credito delle famiglie italiane.