La situazione dei frontalieri in smart working

L’accordo amichevole tra Italia e Svizzera sullo smart working per i frontalieri è diventato un tema molto delicato in questi ultimi mesi. Dopo la fine dell’emergenza COVID, sono ancora “più di 20mila i frontalieri che fanno ricorso al telelavoro come nel periodo di emergenza”, spiegano dall’Ocst. Questo ha portato a centinaia di mail e richieste di chiarimenti negli uffici dei sindacati italiani e sull’Ocst, l’organizzazione sindacale più rappresentativa del Canton Ticino.

Andrea Puglia, responsabile ufficio frontalieri Ocst, ha dichiarato che l’unica soluzione al problema è siglare un altro accordo che preveda nuove regole, adeguate alla realtà attuale e uguali per tutti. In particolare, dovrebbe essere prevista una percentuale di telelavoro più alta rispetto al vecchio 25%, come ad esempio il 40% del tempo. Puglia ha anche ricordato come la Svizzera abbia siglato con la Francia una nuova intesa per prevedere il 40% di smart working per i frontalieri.

Impatti previdenziali e fiscali del telelavoro

L’inquadramento giuridico del telelavoro effettuato dai frontalieri genera due livelli di impatto: uno previdenziale e uno fiscale.

Dal punto di vista previdenziale, in base al diritto europeo, una persona residente in Italia che sottoscrive un contratto di lavoro in Svizzera può lavorare da casa al massimo per il 24,99% del tempo di lavoro previsto dal contratto stesso. In caso di superamento di questa soglia, l’autorità previdenziale italiana (cioè l’INPS) acquisisce la facoltà di richiedere all’azienda svizzera l’incasso del relativo contributo in Italia. Tuttavia, l’Unione Europea ha deciso di sospendere questo limite fino al 30 giugno 2023.

Dal punto di vista fiscale, in base all’Accordo tra Italia e Svizzera sulla tassazione dei frontalieri del 1974, il frontaliero residente nei Comuni di frontiera, se svolge delle intere giornate di lavoro su suolo italiano, è poi tenuto a dichiarare all’Agenzia delle Entrate la quota di reddito maturata in quegli stessi giorni. Durante la pandemia, questa implicazione è stata sospesa grazie ad un Accordo amichevole transitorio stipulato da Italia e Svizzera. Tuttavia, dal 1° febbraio 2023 i giorni di telelavoro effettuati dai frontalieri tornano pertanto ad essere imponibili fiscalmente in Italia quindi adottando una doppia imposizione.

Le possibili soluzioni

La situazione dei frontalieri in smart working richiede una soluzione rapida e adeguata. La speranza è che gli Stati sottoscrivano a breve un nuovo Accordo amichevole che conceda ai lavoratori frontalieri una flessibilità maggiore sul telelavoro senza che questo generi impatti particolari di natura fiscale.

Inoltre, l’aumento della percentuale di telelavoro prevista dall’accordo potrebbe portare a un miglioramento della qualità della vita dei frontalieri, che potrebbero risparmiare tempo e denaro sui trasporti e godere di maggiore flessibilità nella gestione del lavoro.

Un altro possibile aiuto per i frontalieri in smart working potrebbe essere rappresentato dalla creazione di un unico sistema di previdenza sociale, che comprenda sia l’Italia che la Svizzera. In questo modo, i frontalieri potrebbero evitare di dover pagare i contributi previdenziali in entrambi i Paesi.

Conclusioni

La situazione dei frontalieri in smart working rappresenta un problema delicato che richiede una soluzione adeguata per garantire il benessere di questi lavoratori. Il sindacato propone di aumentare la percentuale di telelavoro dal 25% al 40% del tempo lavorativo, ma anche altre possibili soluzioni potrebbero essere prese in considerazione per garantire la flessibilità e la tutela dei lavoratori frontalieri.

Inoltre, la situazione previdenziale e fiscale dei frontalieri richiede una maggiore attenzione e un’adeguata regolamentazione, per evitare che questa condizione lavorativa generi ulteriori problemi burocratici e finanziari per i lavoratori stessi.

Ci auguriamo che gli Stati italiani e svizzeri trovino una soluzione adeguata per i frontalieri in smart working, garantendo loro una maggiore flessibilità e una migliore qualità della vita.