Che cos’è Spid e perché il suo futuro è incerto

Spid, ovvero il Sistema Pubblico di Identità Digitale, è stato lanciato otto anni fa e ad oggi è utilizzato da 33,5 milioni di italiani per accedere ai servizi online della Pubblica Amministrazione e non solo. Tuttavia, come riportato da Wired, le convenzioni con i gestori del servizio sono scadute il 31 dicembre scorso e al momento non c’è traccia di un accordo tra gli operatori e il governo italiano. Il sistema è ancora attivo solo perché l’Agenzia per l’Italia Digitale (Agid) ha prorogato d’ufficio gli accordi al 23 aprile 2023. Ma cosa succederà dopo questa data?

Il futuro di Spid è incerto e l’abolizione del sistema è stata suggerita dal governo. A dicembre, infatti, il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Alessio Butti, ha dichiarato che il sistema deve cominciare ad essere «spento», in favore della Carta di identità elettronica, per evitare spese eccessive per lo Stato. Tuttavia, la parola definitiva di Palazzo Chigi deve ancora essere detta.

Cosa chiedono i gestori di Spid al governo

Il governo non sembra convinto dell’efficacia di Spid, ma i gestori del servizio non sono d’accordo con l’abolizione del sistema. Secondo un recente vertice, le aziende che gestiscono il servizio avrebbero chiesto almeno 50 milioni di euro complessivi all’anno da dividere tra gli operatori in proporzione, rispetto al milione di euro che lo Stato paga loro attualmente. Tuttavia, la richiesta di maggiori fondi non è l’unica richiesta degli operatori.

Alessio Butti di Assocertificatori, che rappresenta il 95% delle transazioni, ha scritto una lettera ad Alessandro Musumeci, capo della segreteria tecnica del sottosegretario all’Innovazione, sottolineando che gli operatori vogliono essere coinvolti nelle decisioni relative al futuro stesso dell’identità digitale degli italiani. Tra le richieste degli operatori c’è anche l’eliminazione di schemi concorrenti e la candidatura.

L’impatto della tecnologia sulla nostra vita quotidiana

Social Media

I social media sono diventati un’importante parte della vita quotidiana per molte persone. Facebook, Instagram, Twitter e TikTok sono solo alcune delle piattaforme di social media più utilizzate al mondo. Questi strumenti ci permettono di connetterci con gli amici e la famiglia, di condividere le nostre esperienze e di rimanere informati su ciò che accade nel mondo. Tuttavia, l’uso eccessivo dei social media può portare ad una dipendenza, all’isolamento sociale e ad un impatto negativo sulla nostra salute mentale.

Smartphones

I nostri smartphone sono diventati una parte integrante della nostra vita quotidiana, offrendoci una vasta gamma di funzionalità, tra cui la possibilità di navigare in internet, inviare messaggi, scattare foto e video e giocare ai videogiochi. Tuttavia, l’uso eccessivo degli smartphone può portare ad una dipendenza, ad una riduzione della produttività e ad un aumento del rischio di incidenti stradali.

Intelligenza Artificiale

L’intelligenza artificiale (AI) sta diventando sempre più presente nella nostra vita quotidiana, dai chatbot che utilizziamo per rispondere alle domande dei clienti alle auto autonome. Sebbene l’AI possa semplificare alcune attività quotidiane e migliorare la nostra efficienza, esiste anche la preoccupazione che l’automazione crei disoccupazione e porti ad una riduzione della privacy e della sicurezza.

Conclusioni

In generale, la tecnologia ha avuto un impatto enorme sulla nostra vita quotidiana, sia positivo che negativo. È importante che continuiamo a riflettere sui modi in cui utilizziamo la tecnologia e sui suoi effetti sulla nostra salute, la nostra produttività e il nostro benessere mentale. Allo stesso tempo, dobbiamo continuare a sviluppare e utilizzare tecnologie innovative per affrontare le sfide globali, come il cambiamento climatico, la povertà e le malattie.